Dopo l'importante eco che ha accompagnato gli eventi dello scorso 2 giugno, in occasione della maxi rissa scatenatasi sul territorio di Peschiera e Castelnuovo del Garda, sono proseguiti i confronti sul tema della sicurezza del territorio e del fenomeno delle cosiddette baby-gang.

Di questa situazione è tornata a parlare il sindaco di Peschiera Orietta Gaiulli, attraverso un intervento diffuso di recente che ha riacceso l'attenzione pubblica su questo delicato tema. Primo cittadino che inizia dicendo: "Mi piace pensare che quello che è successo a Peschiera il 2 giugno possa essere trasformato in un esempio, che quello che per noi è stato un evento drammatico diventi l’occasione per un confronto serio".

A maggior ragione visto come fatti di questo genere si continuino a verificare ormai da tempo anche presso altre località: "Dopo quello che è successo a Verona ma anche a Jesolo e sulla Riviera Romagnola – prosegue Gaiulli – dovrebbe essere chiaro a tutti che quello delle baby gang non è un problema locale e che non è possibile attribuirne la responsabilità ad un sindaco o ad un’amministrazione comunale. Ognuno dia la connotazione che vuole a questi episodi, ma è chiaro che c’è un malessere che cresce e che esplode a macchia di leopardo".

"Fondamentali formazione e investimenti a favore della prevenzione"

"La prevenzione non paga in termini elettorali - ha poi proseguito il sindaco - perché i risultati si vedono dopo anni. Tanti anni (...) Va capito che l’immigrazione non controllata e l’integrazione non accompagnata, non curata, crea solo disagi. Non possiamo più nasconderci dietro ad un dito.

Quando avremo il nuovo governo inviterò a Peschiera del Garda tutti quelli che sono interessati ad affrontare questo problema: ministri, sottosegretari, deputati, forze dell’ordine. Ci vogliono soldi, ci vogliono risorse e ci vuole formazione. Degli educatori, degli assistenti, delle forze dell’ordine. Quello che abbiamo fatto a Peschiera, sostenendo i ragazzi, aiutando le famiglie, è un lavoro sotterraneo. Non si vede se non quando da i suoi frutti. Ma i frutti alla fine li da. Tutti quelli che hanno la possibilità di intervenire devono farlo. Perché se non seminiamo adesso tra qualche anno sarà troppo tardi".