“Se non ci saranno precipitazioni nei mesi di aprile e maggio ci attendiamo una gestione emergenziale simile a quella del 2022. Per fronteggiare la crisi è necessaria la collaborazione di tutti i soggetti produttivi che utilizzano la risorsa idrica”.

Con queste parole è intervenuto Massimo Sertori, assessore regionale a Enti Locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo Risorsa Idrica, alla Triennale Milano in occasione della prima edizione del ‘Forum Siccità’, tenutosi ieri lunedì 20 marzo

L’appuntamento è stato un momento di confronto sugli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare attenzione su come Regione Lombardia ha affrontato l’emergenza siccità e si prepara ad affrontare i prossimi mesi, grazie soprattutto al Tavolo Regionale per l'emergenza idrica, a cui partecipano gli enti regolatori dei laghi, i gestori idroelettrici, Terna, le associazioni di categoria del mondo irriguo e agricolo, UPL ed ANCI e gli enti parco.

L'intervento dell'assessore Sertori
L'intervento dell'assessore Sertori


“Nei Tavoli di gennaio – continua l’assessore Sertori – Regione Lombardia ha infatti avviato le interlocuzioni con i gestori dei laghi regolati per trattenere più risorsa possibile nei grandi laghi (Garda, Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda). Inoltre ha chiesto agli operatori idroelettrici di attivarsi a trattenere più risorsa possibile negli invasi montani, raccogliendo già la disponibilità di Terna, gestore nazionale del sistema elettrico. È chiaro che l’agricoltura lombarda necessita di acqua in un ristretto periodo dell’anno. Vorremmo evitare che a una situazione che comporterà probabili ripercussioni per l’economia lombarda si aggiunga un contenzioso tra gestori idroelettrici e mondo agricolo".

In conclusione, si paventa dunque la possibilità di doversi adattare a una nuova normalità attraverso l'adeguamento del sistema produttivo irriguo-agricolo; “È importante – conclude Sertori – che vi sia una chiarezza di ruoli e competenze tra Stato e Regioni. Inoltre è altresì importante e che si superi la continua oscillazione tra centralizzazione e regionalizzazione in determinati settori. Ciò al fine di evitare che si generino effetti negativi sull’operare e programmare nel medio periodo”.