Sirmione, omicidio di Nerina Fontana: prima la lite, poi il "blackout"
Ha deciso di parlare difronte al magistrato Ruben Andreoli, 45enne accusato dell'omicidio della madre di 72 anni lo scorso 15 settembre

Dopo il litigio non ricorderebbe nulla di quei terribili attimi di violenza nei confronti della madre, un vero e proprio "blackout" a cui è seguito il ricordo dell'intervento dei vicini di casa, quando ormai nel frattempo la tragedia si era già tragicamente consumata.
Queste alcune delle rivelazione emerse durante l'interrogatorio in carcere di Ruben Andreoli, il 45enne accusato dell'omicidio della madre di 72 anni, Nerina Fontana, avvenuto lo scorso 15 settembre presso la sua abitazione di via XXIV Maggio a Colombare, Sirmione.
L'uomo ha infatti deciso di raccontare al magistrato quanto accaduto dopo due interrogatori in cui non ha proferito parola, tra cui anche il motivo della lite: "Ha buttato via l’album del mio matrimonio e poi non mi ha più parlato, non so perché", ha raccontato Andreoli, escludendo dunque un motivo di carattere economico, così come anche (rispetto a quanto circolato nelle scorse settimane) a causa di un futuro trasferimento in Ucraina con la moglie.
Una spiegazione che comunque non dissipa totalmente la coltre ancora presente intorno alla vicenda, forse proprio a causa di un raptus di violenza ingiustificato dai fatti, ma che ha purtroppo visto l'anziana donna venire massacrata a pugni e calci prima in casa e in seguito anche sul balcone, come testimoniato dagli stessi vicini di casa.