Il grave problema dell’emergenza idrica, che si sta trascinando ormai da oltre un anno sul territorio, viene spesso declinato in base alle conseguenze dirette che vengono a generarsi per quanto concerne contesti quali disponibilità di acqua potabile, difficoltà nella gestione dei flussi in uscita, approvvigionamento dell’agricoltura e ricaduta sull’immagine dei litorali sempre più ampi.

Una delle ripercussioni che però toccano maggiormente i singoli fruitori del Garda, che siano essi vacanzieri o locali, è il riemergere dai fondali e dalle barriere di scogli una quantità inimmaginabile di rifiuti, scarti e immondizia abbandonati in acqua, che vanno a sommarsi a quanto rinvenuto già normalmente presso le aree più frequentate che si affacciano sul lago.

Da diversi mesi a questa parte, sempre più spesso fanno il giro del web e dei social network le testimonianze che mostrano l’impressionante mole di rifiuti rinvenuti sui litorali, da tempo immemore purtroppo vittima dell’incuria che ancora troppo spesso caratterizza il modo in cui viene trattato il Garda dai suoi frequentatori.

E ovviamente, a farne le spese è l’immagine del Benàco che viene restituita a livello internazionale, con potenziali ripercussioni dirette sull’attrattività del territorio dal punto di vista turistico. La stagione è ormai alle porte, e se qualche turista volesse documentarsi tra i social network per la scelta della destinazione, quanto diffuso non gioverebbe per nulla all’economia turistica locale.

Rifiuti-lago
Una delle tante operazioni di raccolta effettuate dai gruppi Racmen & Women Dese e Kata sü Dese - ph: Facebook

I quotidiani ritrovamenti registrati a Desenzano

Non si arresta ad esempio l’impegno a Desenzano degli instancabili Racmen & Women guidati da Enzo Fattori, attivi spesso in collaborazione con il gruppo Kata sü Dese: come testimoniato dai post raccolti sul gruppo Facebook Desenzano diversa“mente”, da tempo ormai pattugliano quotidianamente le aree più sensibili della città per contrastare l’inquinamento e l’incuria perpetuata senza sosta da residenti e turisti.

E proprio i volontari sono spesso i primi testimoni di quello che viene restituito dalle acque del Garda oggigiorno sempre più in ritirata, svelando così vere e proprie “discariche” improvvisate da chi vede il lago alla stregua di un bidone dell’indifferenziata.

Sono infatti “da pelle d’oca” i ritrovamenti che si susseguono ormai da tempo, favoriti ulteriormente dall’emersione di ampie aree presso i litorali del territorio, con il recupero non solo di rifiuti generici (materiali plastici, resti di pic nic, oggetti di uso comune, bottiglie, lattine e tanto altro ancora). Ciò che invece impressiona maggiormente delle operazioni di bonifica delle spiagge è la quantità infinita di lamiere, metalli e scarti edilizi che viene recuperata, con oggetti taglienti e naturalmente arrugginiti dal passare degli anni (e spesso dei decenni) che a volte spuntano come trappole invisibili tra i sassi e gli scogli.

Gli scarti edilizi riemersi presso le spiagge di Sirmione

È ben nota ormai a livello internazionale la situazione relativa ai litorali della penisola di Sirmione, sempre più ampi e prosciugati dal graduale abbassamento delle acque del lago. Dove un tempo, per raggiungere la spiaggia Jamaica, era necessario camminare per un tratto in un metro d’acqua, oggi invece si può tranquillamente compiere un “giro panoramico” di decine di metri verso il lago, con la parte finale della penisola divenuta ormai un unico litorale dal Lido delle Bionde in poi.

E tutta questa ampia area riemersa, che fino al recente passato naturalmente era il fondale antistante le proprietà affacciate sul lago, sta restituendo ormai da mesi grandi quantità di mattoni, cemento, porzioni di strutture, pezzi di muri in pietra, lastre scolpite a rilievo e ogni genere di scarto edilizio.

Ennesima testimonianza questa di una triste abitudine consolidatasi nel corso dei decenni, ovvero quella di considerare il Garda come la discarica più comoda in cui gettare ciò che sarebbe dovuto essere smaltito appositamente. Una possibilità gratuita e a portata di mano, visto come bastasse infatti recarsi sul camminamento a lago e improvvisarsi amatoriali lanciatori del peso.

Gli stessi pontili presenti in quest’area, una volta trovatisi con le fondamenta scoperte dall’acqua, sono tristemente contraddistinti da vecchi pilastri e colonne probabilmente sostituiti nel tempo e mai correttamente smaltiti. Anzi, lasciati proprio sul “terreno” sottostante, tornando oggi a fare capolino come una presenza indegna e slegata da un ambiente unico in quanto a bellezza e suggestione come la penisola catulliana.