Processo fanghi: in parte civile la Provincia di Brescia e diversi comuni
Secondo gli inquirenti sarebbero 78 i comuni interessati dallo spargimento del materiale contaminato, in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.

Nella giornata di ieri, mercoledì 5 aprile, presso il Tribunale di Brescia si è tenuta la prima udienza preliminare riguardante il caso dei fanghi contaminati, che secondo l’accusa sarebbero stati sparsi, sotto forma di concime, in alcuni appezzamenti agricoli bresciani e mantovani, ma anche in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e altre zone province della Lombardia, per un totale di 78 comuni interessati.
Sotto accusa vi sarebbero 15 persone e 7 aziende, tra cui i dirigenti della WTE, ditta bresciana che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata al centro dello sversamento di circa 150mila tonnellate di fanghi non depurati tra il gennaio del 2018 l’agosto del 2019, e si troverebbe in amministrazione giudiziaria sin dal maggio del 2021. Tra i territori interessati vi sarebbe anche il comprensorio del Garda, insieme all’Alto Mantovano, infatti dalla lista spiccherebbero comuni come Bedizzole, Calcinato, Lonato del Garda, Castiglione delle Stiviere, Cavriana e Volta Mantovana.
L’udienza di ieri avrebbe visto alcune associazioni presentare richiesta di costituzione di parte civile, tra cui Legambiente Lombardia, la Lega per l’Abolizione della Caccia, il Comitato Cittadino di Calcinato e il Comitato Referendario per l’Acqua; insieme a loro vi sarebbero anche alcuni comuni bresciani coinvolti, oltre alla Provincia di Brescia, nonché due privati cittadini di Calcinato. Nulla sarebbe pervenuto invece dalle amministrazioni regionali e dallo Stato centrale. Su queste richieste dovrebbe pronunciarsi il Giudice per le Indagini Preliminari entro l’udienza fissata per il prossimo lunedì 22 maggio.