I vertici del Presidio 9 agosto hanno diffuso la lettera aperta inviata nelle ultime ore a Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, chiedendo un incontro per discutere del preavviso di diniego relativo all'autorizzazione di occupazione suolo pubblico inviato al Presidio.

Dopo oltre 500 giorni di presenza e 120 eventi all'attivo, il Presidio valuta infatti "incomprensibile la volontà di mandarci via proprio adesso che Brescia si appresta a diventare capitale della cultura, spazzando via così una generosa e gratuita proposta di cittadinanza attiva alla vita democratica e culturale della città", tanto da chiedere un intervento diretto da parte del primo cittadino bresciano.

Il Presidio 9 agosto presso la sede regionale a Milano - PH Facebook
Il Presidio 9 agosto presso la sede regionale a Milano - PH Facebook

Di seguito il testo integrale della lettera:

"Egregio Sindaco di Brescia Emilio Del Bono,

ci rivolgiamo a Lei in forza del preavviso di diniego alla nostra richiesta di autorizzazione per occupazione suolo pubblico, pervenutoci il 9 dicembre scorso, a firma di un funzionario di codesta Amministrazione.

Siamo cittadini e cittadine, presidianti da oltre 500 giorni, dì e notte, in piazza Paolo VI, di fronte alla Prefettura con due semplici, ma irrinunciabili obiettivi: la difesa delle istituzioni democratiche, violate con la nomina del Commissario nella figura del Prefetto con il compito di esautorare l’assemblea rappresentativa locale deputata a gestire il ciclo idrico integrato del territorio (proprio l’indicazione del commissario nel prefetto – è opportuno ricordarlo – dovrebbe inquietare ogni sincero democratico, perché i nostri costituenti non lo vollero nella Carta e anzi intendevano abolirlo, per il timore che mortificasse il libero operare delle istituzioni democratiche locali!); la difesa del fiume Chiese, già in evidente stato di sofferenza dal punto di vista ambientale per l’eccessivo sfruttamento, da un insulto del tutto immotivato, se non dalla smania di una “feudataria” gardesana, peraltro in declino, di scialacquare denaro pubblico per grandi opere non necessarie; insulto che verrebbe arrecato dal progetto di costruirvi due grandi depuratori che raccoglierebbero le acque reflue dei comuni gravitanti sul lago di Garda, i quali, invece, godono già di un sistema di depurazione funzionante, che semmai andrebbe potenziato e perfezionato, con notevole risparmio di denaro pubblico.

Tale denaro dovrebbe essere investito nelle reali opere di risanamento (suddivisione acque bianche e nere, sistemazione scarichi abusivi…) di cui necessita l’importante bacino lacustre.

Abbiamo ritenuto di rivolgerci a Lei, nell’imminenza dell’inizio dell’anno 2023 che vedrà Brescia, con Bergamo, capitale della cultura, confidando sulla Sua sensibilità democratica e sulla Sua attenzione alla tutela del territorio.

Del resto, è superfluo sottolinearlo, la cultura alta, che non significa elitaria, bensì profonda e non riducibile al classico panem et circenses, può vivere solo di partecipazione democratica e di libertà, e, tenendo presente l’incalzante crisi ecologica attuale, richiede di confrontare criticamente quanto prodotto dalla presenza umana su questo territorio, con le modifiche profonde arrecate allo stesso, nella sua preesistente configurazione “creata” dalla natura nel suo millenario cammino".