"Mancano studi, non è una novità. Il Garda si studia poco, dalla biomassa autoctona alle specie alloctone, dagli inquinanti stanziali a quelli che continuano ad arrivare".

Anche il Wwf Bergamo Brescia si è espresso in queste ore di infinite polemiche relative alla discussa apertura dello scolmatore Adige-Garda, avvenuta nelle ultime ore in seguito alle abbondanti precipitazioni abbattutesi sul territorio benacense.

Sono infatti diverse le posizioni emerse non solo sulla gestione dell'utilizzo della galleria, ma anche sugli effetti che l'immissione delle acque del fiume potrebbe generare all'interno del più ampio lago italiano, caratterizzato da un ecosistema certamente sensibile.

"Dalle acque dell'Adige non sappiamo nulla delle minacce al prezioso e delicato ecosistema del Garda - spiegano dalla sezione locale dell'associazione ambientalista -. La Galleria Adige Garda si apre ora anche violando accordi ben precisi, come nella giornata di Martedì, senza motivi validi, creando come sempre litigi tra regioni. È cosa ovvia che dall' Adige entra acqua con diverse temperature, che entrano inquinanti e altre specie alloctone invasive ma bisogna capire molto altro come il discorso della idropotabilità da tenere a mente ed in considerazione".

Wwf che si concentra appunto sulla necessità di approfondire la ricerca sulle conseguenze che vengono portate dal mescolamento delle acque dei due corpi idrici: "Non conta quanta poca acqua entri ogni qualvolta viene aperta, come nel caso di Martedì, il ricambio del Garda si aggira sui 27 anni e dunque non va sottovalutato nulla. Servono invece studi approfonditi sull'interazione tra questi due diversi corpi idrici e soprattutto sull'impatto dei sedimenti a lungo termine sull'habitat ed ecosistema gardesano. Servono studi e Verona con la logica del buon senso, "io do una mano a te e te dai una mano al me", potrebbe anche accollarseli. Ricordiamo inoltre l'importanza della riqualificazione ecologica e del rafforzamento della protezione dalle piene".

Infine, conclude il Wwf, serve "attuare progetti di rinaturazione fluviale per ridurre il rischio idrogeologico. Infatti lavori di riqualificazione ecologica e rafforzamento della protezione dalle piene del fiume Adige sono in atto da qualche anno sul fiume. Ripristinare alvei e smetterla con tagli indiscriminati della vegetazione ripariale per favorire il drenaggio".