A cura di Vittorio Cerini

Tutte le amministrazioni comunali, secondo le disponibilità economiche, in questi anni hanno investito molto negli impianti sportivi e nei complessi scolastici, per un completamento delle strutture con nuove palestre multiuso (basket, pallavolo, ginnastica artistica, ecc), all’esterno campi di calcio, campi di rugby, tennis e altri sport. Il tutto con l’obiettivo che tutti i residenti, sin dalla giovane età, possano praticare e partecipare alle iniziative ludico-sportive del loro comune.

Per tutta una serie di motivi, la nostra Italia era nel dopoguerra una nazione “povera”, lontana dalle strutture scolastiche o pubbliche sportive esistenti nella Mitteleuropa. Negli anni ‘60 ho avuto la possibilità, per motivi di studio e di lavoro (imparare le lingue è fondamentale nel turismo), di recarmi in Germania, Inghilterra, Francia, Olanda e Belgio, dove ho potuto confrontare le occasioni di “svago sportivo” che i ragazzi stranieri, dagli 8 ai 18 anni avevano, al confronto delle nostre località.

Chi ha buona memoria si ricorda che negli anni ‘60 a Desenzano esisteva il campo di calcio Dal Molin, un terreno di terra e sassi per il calcio a 7, alle ACLI, una corte interna per il calcio (4 contro 4) all’Oratorio. In centro, per noi bastava e avanzava. Mentre all’estero per i giovani, tutti i sabati, era obbligatorio praticare un’attività sportiva, oltre alle già esistenti piste ciclabili “protette”, che gli studenti usavano per la scuola al mattino... noi, anche sul Garda, località già ricca, non avevamo neppure i marciapiedi per i pedoni...

Certamente dagli anni ‘70 in poi l’Italia ha recuperato in parte questo vuoto “ludico sportivo, ma credo manchi ancora molto. Non dimentichiamo poi che in Italia è sempre esistita una politica contro qualsiasi iniziativa. Per esempio, quando l’amministrazione comunale, anni ’70, mise a disposizione il terreno della Spiaggia d’Oro per costruire il centro tennis con l’iniziativa dell’Azienda di Soggiorno e i proventi dell’imposta di soggiorno, c’era chi contestò sui giornali, in quanto il tennis era uno sport per ricchi e i ricchi potevano comprarsi il terreno!

A Desenzano il salto di qualità per gli impianti sportivi avvenne negli anni ’80 con la costruzione del complesso sportivo Tre Stelle: nuovo campo di calcio per allenamenti, con tribune, pista di atletica, piscine coperte e scoperte. Fu un grande salto di qualità per l’offerta sportiva locale, regionale, nazionale e di fatto per molti anni a Desenzano si sono svolte gare sportive importanti. Negli anni ‘80 la scelta era ricaduta su un centro sportivo non solo per i residenti, ma soprattutto per creare eventi importanti (per esempio molti comuni hanno piscine coperte, ma nessuno ha le piscine con gradinate per gli spettatori e gli eventi, questione di visione o di obiettivi da raggiungere!).

In questi giorni a Desenzano si legge di un probabile futuro Palazzetto dello Sport, in grado di ospitare fino a 1.000 persone; certamente un’ottima idea e anche un costo economico importante per la città, ma questi sono problemi secondari; il primo da affrontare sarà l’obiettivo e la scelta di gestione e relativi costi annui. Un Palazzetto dello Sport (da non confondere con spazi di una grande palestra!) dovrebbe essere gestito autonomamente con uno staff di persone capaci di “sfruttare e promuovere” per molti giorni all’anno questi spazi (e il rigoroso rapporto fra costi e utili): gare sportive importanti, congressi, dibattiti, concerti, esposizioni, fiere, ecc., gli spazi dovranno essere modificabili secondo le esigenze e le manifestazioni.

Alla fine dunque un Palazzetto dello Sport non solo per gli sport dei cittadini, ma per programmare eventi importanti. Se questi sono gli obiettivi sarà un primo passo per far ritornare Desenzano a essere la capitale del Garda!