Anche i Tritoni del Basso Garda hanno finalmente la loro oasi grazie al nuovo progetto, avviato dal Comune di Desenzano in collaborazione con il WWF Bergamo Brescia e l'associazione Airone Rosso, presso l'Oasi San Francesco.

È stata infatti presentata quest'oggi alla stampa la nuova area appositamente realizzata a scopo di ospitare quelli che attualmente sono 25 esemplari, rappresentando così una sorta di hub per il recupero di tritoni in difficoltà o in pericolo di vita, l'unico presente sul territorio gardesano.

"Una conquista straordinaria arrivata grazie ad un lavoro che parte nel 2019, quando per la prima volta abbiamo ritrovato un tritone crestato con gli arti inferiori paralizzati" come raccontato da Paolo Zanollo del WWF, scoperta questa decisamente importante visto come questa specie sia garanzia di biodiversità e sentinella positiva di un ecosistema che funziona, oltre ad essere una novità assoluta per l'area gardesana.

L'importanza della scoperta

Sono due le popolazioni che sono state censite grazie ai sopralluoghi effettuati dai tecnici in seguito al primo ritrovamento del 2019, ovvero tritoni crestati e punteggiati.

Una scoperta la cui importanza è stata evidenziata dal noto erpetologo e consulente scientifico di WWF Vincenzo Ferri, contattato immediatamente dopo il ritrovamento, il quale ha sottolineato come "negli anni '90 il tritone crestato si trovava in 20 località nel bresciano, mentre oggi è presente solo in un sito. Giusto per far capire la perdita di biodiversità rispetto al recente passato".

Da qui la rilevanza che assumerà ora la nuova struttura realizzata presso l'Oasi S. Francesco, creata ad hoc sulla base del loro habitat naturale per approfondirne lo studio e l'osservazione, oltre che favorirne la riproduzione.

Il sostegno di Regione Lombardia per il progetto

Il progetto, a cura della consulente ambientale Elisa Carturan, è stato inserito dal Comune di Desenzano all'interno del bando "Programma regionale per interventi territoriali a salvaguardia della biodiversità - Life Gestire 2020", e per questo è stato possibile ricevere un finanziamento pari al 100% della spesa di 15mila euro prevista, a cui si sono aggiunti ulteriori 3mila euro stanziati dal Comune a fondo perduto.

"All’interno del territorio dell’area protetta — come spiegato dalla progettista Elisa Carturan — è stata realizzata a regola d’arte una pozza vera e propria e rese stabili tre piccole pozzette che si sviluppano seguendo il piccolo canale interno che costeggia la recinzione Sud dell’Oasi. Tale canale e le pozze portano acqua solamente nei periodi di abbondanti e intense precipitazioni. Una volta realizzata la pozza, era necessario garantire la riproduzione in sicurezza ad una piccola popolazione di anfibi, come quella di questi tritoni, ed abbiamo quindi delimitato l’area mettendola in sicurezza e recintandola.

Nel perimetro recintato sono stati allestiti rifugi per lo svernamento e collocati materiali diversi, appena appoggiati al suolo e facilmente rimovibili, dove saranno periodicamente ricercati sia gli anfibi che i possibili predatori comunque infiltrati. Per quanto riguarda la difesa superiore, in special modo dall’avifauna potenziale predatrice, è risultata efficace la posa di una rete anti-uccelli che ha ricoperto tutta la superficie, lasciando però all’interno un adeguato spazio per accedere per i controlli e la manutenzione".