Malori e annegamenti: preoccupano i numeri dell’estate
Dopo il susseguirsi di notizie riportanti vittime nelle acque benacensi, siamo ora già a sei nell’ultimo mese, 14 da inizio anno

Sulla scia di quanto avvenuto dall’inizio dell’anno, con già tanti interventi di salvataggio e recupero messi in campo dalla Guardia Costiera e dalle Forze dell’ordine nelle acque benacensi, il mese di luglio ha portato addirittura un incremento dei turisti in villeggiatura rimasti vittima del lago, tornando così sui livelli del 2018 quando le vittime furono ben dieci.
Infatti solo nell’ultimo mese sono già sei le persone morte presso la sponda bresciana, spesso a causa di malori durante un bagno apparentemente innocuo: ultimo dei quali il 42enne turista polacco recuperato sul fondale antistante la spiaggia del Desenzanino la scorsa settimana, a causa di un bagno di mezzanotte in compagnia di un amico che, non vedendolo riemergere, ha immediatamente dato l’allarme, purtroppo senza esito positivo.
A lui si aggiungono poi le due vittime registrate a Limone del Garda: il 36enne Antonio Pala, mai tornato in superficie in seguito ad un tuffo dal pontile per spezzare la calura durante la pausa dal lavoro, il cui corpo è stato rinvenuto nelle ore seguenti, e Alessandro Redaelli, 41enne di Lecco, tuffatosi dalla barca che aveva noleggiato per un’uscita con la famiglia, anch’egli non più riemerso. Così come l’uomo veronese di 58 anni annegato nelle acque di Torri del Benàco.
Proseguono invece le ricerche per individuare il corpo di Aran Chada, turista inglese di 52 anni che ha accusato un malore tra Rivoltella e Sirmione nel tentativo di salvare il figlio quattordicenne mentre annaspava in acqua: pur riuscendo infatti ad aiutare il figlio, l’uomo è annegato davanti ai propri familiari. Così come non hanno più dato esito le ricerche del 33enne pakistano Hasnain Zeb, uscito in pedalò a fine giugno a Desenzano, probabilmente spinto verso l’estremo gesto dopo la recente scomparsa della moglie.
Di fronte quindi a questo preoccupante scenario, emerge un vero e proprio allarme soprattutto nei confronti dei turisti per come ci si debba approcciare alle acque dolci, che come si sa hanno una spinta idrostatica inferiore rispetto all’acqua salata, rendendo quindi il galleggiamento più difficoltoso rispetto al mare.
Specialmente in un bacino morfologicamente particolare come quello gardesano, caratterizzato da forti correnti, venti imponenti e importanti depressioni del fondale, fattori che lo rendono meritevole di grande attenzione quando ci si approccia per un bagno o un’uscita in barca. Attenzioni che però spesso vengono disattese, con le tragiche conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, specialmente in quest’ultimo periodo.