Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda dei fanghi lonatesi iniziata nella primavera del 2021, quando un’inchiesta dei Carabinieri Forestali aveva portato al sequestro di tre stabilimenti della WTE, situati nei comuni di Calvisano, Calcinato e Quinzano. Secondo gli investigatori l’azienda avrebbe smaltito circa 150mila tonnellate di fanghi contaminati da metalli pesanti, idrocarburi e altri inquinanti, spacciandoli per fertilizzanti, su di una superficie agricola pari a 3mila ettari sparsi nel nord Italia, di cui tre appezzamenti situati a Lonato del Garda.

Il TAR di Milano avrebbe negli ultimi giorni accolto il ricorso dei proprietari degli appezzamenti e sospeso la rimozione dello strato di terreno inquinato di 60mila metri cubi, ordinata dal Sindaco Roberto Tardani, sulla base di un parere espresso dall’ARPA. Il nodo della questione riguarderebbe l’opinione per cui si dovrebbe considerare inquinata l’intera area, rendendo la bonifica di competenza provinciale, e non solamente una parte del terreno, data la dispersione dei fanghi.

Questo quesito dovrà essere risolto dalla Provincia di Brescia entro il prossimo 17 giugno, effettuando delle apposite verifiche sui terreni e presentando una propria relazione, che potrebbe voler significare la presa in carico delle necessarie bonifiche.