La vendemmia 2022 tra Valtenesi e Lugana
Un’annata caratterizzata dalle alte temperature e dalla forte siccità: scopriamo l’effetto sulle uve benacensi

Si è conclusa nei giorni scorsi la vendemmia 2022 ad opera del Consorzio Valtènesi, dopo lunghi mesi caratterizzati soprattutto dalle grandi difficoltà derivate dalla tremenda siccità che ha caratterizzato l’anno corrente.
Un’annata questa che ha visto la produzione di uva abbondante e di alta qualità, in particolare per quanto concerne il Tocai, che di fatto non è andato troppo in sofferenza visti gli ottimi risultati. Positiva anche la resa delle “rosse”, che sono state mantenute per qualche giorno in più sulle viti viste le alte temperature che sono proseguite fino alla scorsa settimana.
Rispetto comunque alle precedenti annate, si può dire che il prodotto per quanto concerne il Consorzio Valtènesi è assolutamente in media rispetto ai precedenti in termini qualitativi e quantitativi. Salvifiche in questo senso sono state le piogge di fine luglio e inizio agosto, giunte fortunata mente dopo un lungo periodo di siccità che avrebbe potuto portare a conseguenze non ottimali al raccolto 2022.
Infatti, sulla maggior parte dei terreni in cui sono coltivate le vigne in Valtènesi non è presente irrigazione (in particolare a Puegnago, Polpenazze, Muscoline...), una condizione comunque mitigata dal fatto che la radicazione è profonda e abbastanza vecchia a livello temporale, perciò pur in sofferenza riescono a produrre lo stesso, garantendo comunque grande qualità. Eccezion fatta per le coltivazioni quelle che si trovano nella parte più bassa e quelle a partire da Lonato verso la Lugana, tutte dotate di impianti irrigui che hanno potuto contrastare efficacemente la mancanza di precipitazioni.
Proprio il Consorzio Lugana ha infatti goduto, in un certo senso, della mancanza di precipitazioni, che sono state da fino agosto dello scorso anno all’inizio del luglio 2022 meno della metà rispetto alla media degli ultimi 25 anni. L’eccezionalità stagionale ha infatti generato un grande vantaggio per la gestione sanitaria delle uve, con le avversità tipiche dei vigneti del Nord Italia (come la peronospera), praticamente scomparse per tutta la stagione e livelli di rischio mai così bassi, proprio per la mancanza di precipitazioni. (...)