Scrive Laura Tavelli


“È con immenso piacere che rivolgo alle autorità civili e militari, ai parenti degli ex
appartenenti al Reparto Alta Velocità, alle rappresentanze delle associazioni d’Arma, ai rappresentanti delle consorelle Sezioni dell’Associazione Arma Aeronautica ed a tutti i presenti il più sincero ringraziamento per essere intervenuti così numerosi al nostro raduno provinciale ed alla commemorazione del glorioso Reparto Alta Velocità, del quale ricorre quest’anno il 94° anniversario dalla sua costituzione...”.

Iniziò così il Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica Colonello Aurelio Tagliabue, nella giornata dedicata alla commemorazione del Rav, mai dimenticata dall’Arma e dagli abitanti di Desenzano, luogo che per ben otto anni fu il punto di riferimento mondiale per l’aeronautica militare. L’Associazione Arma Aeronautica si è assunta il compito di mantenere vivo il ricordo del glorioso Reparto Alta Velocità e del personale dell’Aeronautica che ne ha fatto parte, perché quel personale ha portato nel mondo il nome di Desenzano e quello dell’Italia con le formidabili imprese compiute negli anni di esistenza del Reparto stesso.

È vero, l’Italia non riuscì a conquistare la Coppa Schneider, che fu preda dell’Inghilterra, ma conquistò più volte il record di velocità per idrovolanti, sino alla conquista del record, tutt’ora imbattuto, di 709,209 Km/h ottenuto dal M.llo Francesco Agello il 23 ottobre 1934 con l’idrocorsa M.C.72. Un idroscalo, ad oggi, abbandonato. Vivo solo due giorni all’anno nelle giornate Fai. Attualmente sotto la competenza del 6° stormo dell’Aeronautica Militare.

Un accesso a lago (lo scivolo per idrovolanti), il pontile, gli hangar, le caserme, i locali, le officine, le strutture di servizio. Una spada di Damocle che pendeva per essere oggetto di bando per una concessione alberghiera. Ora il nulla. Seppellire così la fama di Desenzano e la forza dell’Italia?

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