Alto Garda: condotte sublacuali a fine vita, sostituzione o depuratore?
Secondo uno studio, le condutture sono sempre più corrose e hanno quasi raggiunto il termine della vita utile, fissato a 40 anni, di cui 38 trascorsi.

Nella mattinata di oggi, venerdì 19 maggio, in un incontro organizzato dal Consigliere Provinciale con delega al Ciclo Idrico, Marco Apostoli, sono stati presentati ai sindaci dei comuni del comprensorio gardesano, nonché ai presidenti delle comunità della Valsabbia e del Garda, i risultati di un’indagine sullo stato di preservazione del collettore sublacuale dell’alto lago, effettuata dai tecnici di Acque Bresciane. Le condotte, situata tra Toscolano Maderno e Torri del Benaco, raccolgono tutte le acque reflue prodotte dai territori comunali dell’alto Garda.
I risultati dello studio condotto non sarebbero particolarmente incoraggianti, infatti, secondo lo stesso, è in progressivo aumento la corrosione delle condutture, in maniera particolare nei tratti più profondi del lago, laddove risulta maggiormente difficoltoso intervenire. Una delle minacce più rilevanti è rappresentata dalle bioconcrezioni, ovvero degli elementi organici che si attaccano e accumulano sull’acciaio delle tubature, danneggiandolo. Queste incrostazioni devono essere rimosse, ma con le attuali tecnologie non risulterebbe possibile scendere oltre i 220 metri di profondità, rendendo quindi impossibile una loro eliminazione nei punti maggiormente critici del collettore. Se questo non bastasse, le condutture stesse si stanno avvicinando alla fine della vita utile, certificata ai tempi della posa dall’azienda costruttrice, che si attestava a 40 anni, dei quali 38 già trascorsi. Oltre la scadenza, non è possibile sapere per quanto i materiali potranno durare prima che si verifichino usure irreparabili, rendendo la situazione particolarmente precaria.
Pertanto sarà presto necessario non solo condurre interventi manutentivi, ma anche operare delle scelte chiare, con implicazioni sia di carattere tecnico che politico. Una di queste riguarda la possibile sostituzione completa delle condutture, ormai inadeguate anche dal punto di vista delle esigenze, dato l’aumento costante delle presenze turistiche e degli abitanti delle sponde del Garda. Un intervento che, anche se partisse immediatamente, richiederebbe tra i due e i tre anni di lavori, con una spesa approssimativa che si attesterebbe sui 20 milioni di euro. Dei lavori questi che non sarebbero necessari qualora si procedesse con la costruzione degli impianti di depurazione a Gavardo e Montichiari, opzione già da tempo considerata più praticabile e definitiva, ma che sino a oggi sarebbe rimasta intrappolata in una lunga diatriba di carattere politico, nonché dietro alle resistenze di alcuni sindaci.