Furti a Lonato: il racconto delle vittime
Secondo alcuni dei cittadini derubati, i ladri avevano già individuato le case da colpire

Sembrava una tranquilla sera come le altre in via Osvaldo Ughi, vicino alla più nota via del Santuario, a Lonato del Garda, un quartiere molto tranquillo, per il quale vale (o meglio valeva) il famoso epiteto del “poter vivere con le porte aperte”.
Forse proprio con questa convinzione, ma anche per l’ondata di calore che vive in queste settimane il basso Garda, una delle tre famiglie delle case visitate dai malintenzionati aveva lasciato accostata la porta-finestra del secondo piano. I ladri, a detta di una vittima, avevano già svolto una ricognizione delle abitazioni nelle notti precedenti, ed erano anche stati intravisti nel dormiveglia fare ai malcapitati il consueto gesto di fare silenzio, portandosi l’indice alle labbra, ma erano stati scambiati per un brutto sogno. Approfittando così delle abitudini domestiche dei derubati, i delinquenti si sono arrampicati sul balcone delle vittime, penetrando in casa attraverso le finestre socchiuse, aprendo cassetti e prendendo i primi oggetti preziosi a tiro. Spaventati dal brusco risveglio del capofamiglia, i ladri sono fuggiti precipitosamente dall’ultima delle tre villette visitate, dileguandosi nella campagna adiacente al complesso condominiale.
Resta così l’apprensione di tutto il quartiere verso dei malintenzionati che, forse spinti anche loro dalla crisi, sembrano essere sempre più avidi e disposti a prendersi rischi maggiori, per refurtive tutto sommato contenute.