Federalberghi Garda Veneto: controlli necessari sugli alloggi turistici
Cresce il fenomeno della ricezione turistica abusiva: oltre 4500 le strutture private irregolari individuate sul Garda veneto

Federalberghi Garda Veneto torna ad alzare la voce per quanto riguarda gli alloggi turistici, in particolare visto il crescente fenomento delle attività abusive che sta diffondendosi sempre di più sull'intero bacino benacense.
Come infatti spiegato dalla stessa Federalberghi attraverso un comunicato delle ultime ore, "Le irregolarità nel campo delle locazioni turistiche negli anni è aumentato non solo in città, ma anche sulla Riviera degli Ulivi, generando difficoltà e confusione su tutto il territorio.
Plaudiamo all’azione di controllo da parte della Polizia locale effettuata in città e chiediamo che le Amministrazioni comunali si muovano in maniera similare anche sulla sponda del Garda Veneto".
«Come Associazione che vive le dinamiche del territorio– afferma il Presidente Ivan De Beni – non siamo contrari ad altre forme di ricettività, tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi Soci esercizi extra alberghieri regolamentati e che quindi garantiscono la sicurezza degli ospiti, dei collaboratori e dei cittadini con la corretta applicazione degli oneri comunali. Deve essere tuttavia attivata al più presto una strategia di controlli incrociati tra le amministrazioni locali, i comandi di Polizia dei Comuni del lago e la Guardia di Finanza per portare a galla il fenomeno del sommerso e contribuire al puntuale versamento della tassa di soggiorno. Togliere risorse alla collettività è ingiusto e dannoso sia per i turisti che ogni anno ci scelgono, sia per le future azioni di promozione di tutta la destinazione».
Oltre 4500 strutture private irregolari sul Garda Veneto
I dati in forma aggregata del portale accreditato Airdna Marketminder (https://www.airdna.co/) ci confermano la presenza sulla sponda veronese del lago di Garda di più di 4500 case e appartamenti privati che vengono resi disponibili per pernottamenti su portali come Airbnb, Vrbo o Homeaway fuori dalle regole del settore turistico-ricettivo. É facile pensare a un mancato gettito per gli Enti locali – solo per l’imposta di soggiorno – di centinaia di migliaia di euro a stagione. Senza contare che imposte come la Tari e l’Imu andrebbero quindi ponderate in modo diverso. Così come la distribuzione delle componenti Energia Elettrica e Gas Naturale è da rivedere, soprattutto sulla scorta dei blackout avvenuti nel corso della recente stagione turistica.
Il buon andamento della situazione però dovrebbe spingere in maniera ancor più decisa ad attivare operazioni di controllo su coloro che offrono servizi di pernottamento senza seguire le regole. Anche perché la mancata comunicazione delle presenze alla Questura crea oggettivi problemi di gestione del territorio. Avere un’idea puntuale di chi è presente e in quali quantità è di interesse non solo per il nostro settore, ma in particolare per chi lo deve amministrare. Non avere numeri precisi in questo senso genera difficoltà amministrative, ma anche di promozione di una destinazione".