Emergenza siccità: alla ricerca di nuove falde e bacini idrici anche sul Garda
Proseguono le operazioni di analisi del sottosuolo bresciano, grazie alla collaborazione tra Ufficio dAmbito di Brescia, A2A e Acque Bresciane

Per tentare di contrastare il più possibile l'emergenza siccità, è in corso la seconda fase del progetto studiato per conoscere meglio il sottosuolo bresciano dal punto di vista geologico, con l'obiettivo di ricercare nuove falde acquifere ancora nascoste.
Da qui è infatti nata la collaborazione tra l’Ufficio d’Ambito di Brescia e i gestori A2A Ciclo Idrico e Acque Bresciane, che ha portato già a due indagini aeree presso l'intero territorio padano: la prima effettuata sulla macroarea della Valle del Chiese e della Valtenesi, e ora la seconda, che da marzo di dilungherà per circa tre mesi, ha interessato l’intera pianura bresciana, la Franciacorta e la Valle Sabbia.
L’idea di partire dal cielo per sondare le profondità nasce dal progetto di ricerca "Sviluppo di un modello idrologico per la valutazione dei flussi e deflussi modificati in risposta a scenari di cambiamento climatico". Grazie alla tecnologia messa a punto da un’azienda danese (Skytem), un elicottero trasporta una struttura di 20 metri x 30, una sorta di “antenna” che invia un segnale in grado di arrivare a 350 metri sottoterra e di ricevere il segnale corrispondente.

Alla fine di questa seconda missione, saranno acquisiti dati su oltre 15.750 km lineari, per una superficie di quasi 1.800 km2 che comprende pianura e aree montane, per un lavoro senza precedenti in Italia considerata la mole di dati acquisiti. Dati che verranno poi analizzati per fornire un modello idrogeologico del sottosuolo bresciano, utile non solo all'individuazione di falde o bacini sotterranei, ma anche per capire il comportamento idrodinamico delle falde nelle diverse zone del territorio.
Una volta ultimato lo studio, verranno concertate con gli enti competenti eventuali azioni a tutela del suolo e delle risorse idriche, e le informazioni verranno anche messe a disposizione della collettività. Il focus principale del lavoro, infatti, è sviluppare una base dati di informazioni digitali utili a salvaguardare acque sotterranee e sorgive. E questo può avvenire solo fornendo ai professionisti e agli enti coinvolti elementi per efficientare il sistema idraulico e garantire nuove risorse idriche alle generazioni future.