Le elezioni regionali lombarde non saranno solamente il passaggio democratico necessario al rinnovo della Presidenza della Giunta Regionale e della composizione del Consiglio Regionale, ma avranno anche delle importanti implicazioni politiche di carattere nazionale e internazionale. Infatti, la Lombardia non è una porzione di territorio italiano paragonabile alle altre, in quanto rappresenta il motore trainante dell’economia nazionale, con ovvie ricadute sulla potenza demografica, racchiudendo nei suoi confini amministrativi circa un sesto degli abitanti della Penisola. La regione gode anche di una rappresentanza politica non indifferente, non solo con i cinque ministri e i quattro sottosegretari lombardi che fanno parte dell’attuale governo, ma anche grazie al fatto di eleggere una pattuglia parlamentare pari a novantacinque rappresentanti, divisi in sessantaquattro deputati e trentuno senatori.

A presiedere la Giunta Regionale lombarda si candidano in quattro: la coalizione di centrodestra ripropone il Presidente uscente, favorito dai sondaggi sino a ora pubblicati, Attilio Fontana, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, la lista civica “Fontana Presidente” e Noi Moderati-Rinascimento; la coalizione di centrosinistra formata da Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, e la lista civica “Majorino Presidente”, propone l’eurodeputato milanese Pierfrancesco Majorino; l’ex Vicepresidente della Giunta Regionale, nonché Sindaco di Milano e Ministro dell’Università e della Ricerca, Letizia Moratti, corre sostenuta dal Terzo Polo (formato da Azione e Italia Viva) insieme alla lista civica “Moratti Presidente”; infine, Unione Popolare propone il funzionario del comune di Milano, nonché attivista, Mara Ghidorzi.

La frammentazione del centrosinistra sembrerebbe, sondaggi alla mano, favorire la coalizione di centrodestra, all’interno della quale si gioca de facto la partita più rilevante per le questioni nazionali. Infatti, la ridefinizione dei rapporti di forza intestini all’alleanza contribuirà in maniera significativa a spingere l’azione del Governo nella direzione ideologica di chi meglio emergerà, anche in base alle aspettative, dalla contesa, in particolar modo riguardo al grande tema delle riforme dell’architettura istituzionale della Penisola.

elezioni

Informazioni utili al voto

I seggi elettorali saranno aperti nelle giornate di domenica 12 febbraio, dalle sette di mattina alle undici di sera, e lunedì 13 febbraio dalle sette di mattina alle tre del pomeriggio. Per esercitare il diritto di voto occorre presentarsi alla propria sezione muniti della tessera elettorale e di un valido documento d’identità. Gli elettori che non sono in possesso della tessera elettorale, o che su quest’ultima hanno esaurito gli spazi disponibili, possono, previo appuntamento, rivolgersi agli sportelli comunali per ottenerne il rilascio. Il voto è aperto a tutti i cittadini italiani residenti in Lombardia, purché abbiano raggiunto la maggiore età entro il primo giorno della votazione, così come ai residenti all’estero e ai residenti in Italia che si trovano temporaneamente all’estero. Resta necessaria la presenza fisica in Italia durante i giorni della votazione e presentarsi di persona ai seggi elettorali, in quanto per le elezioni regionali non è previsto il voto all’estero.

Come si vota

Il voto può essere espresso con:

Un solo segno sul nome del candidato presidente (nessuna lista riceverà il voto ma solo il candidato presidente scelto)

Un solo segno sul simbolo di una lista (Il voto, oltre che per la lista, si estende al candidato presidente appoggiato da quella lista)

Due segni: uno sul nome del candidato presidente e uno sul simbolo di una lista, collegata o non collegata (In questo caso il voto vale sia per il candidato che per la lista, anche se non collegata).

L’elettore può inoltre esprimere una o due preferenze per i candidati alla carica di consigliere. Se sono due, devono riguardare un uomo e una donna; diversamente le preferenze sono nulle. I consiglieri regionali sono eletti con criterio proporzionale, assegnando un premio di maggioranza per le liste collegate al candidato che risulta vincente. Non è previsto ballottaggio.