L’incredibile vicenda della presunta laurea falsa dell’ex comandante dei vigili del Comune di Desenzano del Garda, Carlalberto Presicci, si è ieri, domenica 14 agosto, arricchita di un nuovo elemento chiarificatore, con la pubblicazione di una sentenza emessa a Milano mercoledì 13 luglio scorso. La sezione giurisdizionale lombarda della Corte dei Conti ha infatti condannato l’imputato a risarcire l’ente locale per cui lavorava, per una somma da poco più di 918mila euro per il danno arrecato, pari a ventitré anni di stipendio percepito dall’amministrazione pubblica.

Secondo la ricostruzione dei fatti, riportata nella sentenza, la Giunta Comunale di Desenzano avrebbe emesso nel 1996 un bando di concorso pubblico per la selezione di un istruttore direttivo della Polizia Locale, specificando tra i requisiti di partecipazione la necessità di possedere un diploma di laurea in giurisprudenza, economia, sociologia oppure scienze politiche. L’ex comandante avrebbe quindi partecipato al concorso dichiarando di una laurea in Giurisprudenza, con tanto di certificato che parrebbe risultato ai tempi conforme e bollato dall'anagrafe del Comune di Gussago, la quale sarebbe stata conseguita nel 1992 presso l’Università degli Studi di Parma, con il massimo dei voti.

L’ex comandante Presicci è risultato quindi vincitore del concorso, ed è rimasto in servizio dal 1997 all’ottobre del 2020, quando la Procura della Repubblica di Brescia ha iniziato a indagare sul presunto illecito legato alla falsificazione del certificato di laurea. Nel frattempo, il Comune di Desenzano ha avviato una verifica interna con l’università che avrebbe dovuto rilasciare il diploma di laurea e, dopo aver ricevuto un riscontro negativo, aveva avviato un procedimento disciplinare, in seguito al quale l’allora comandante aveva rassegnato le dimissioni. Vicenda chiusa dunque? No, perché vi è ancora la possibilità di ricorrere in appello, starà quindi all’imputato e ai suoi legali decidere sul da farsi.