Alcuni giorni fa un uomo, che pare fosse un collaboratore di giustizia di origini laziali, sarebbe deceduto nell’appartamento assegnatogli dallo stato, situato al primo piano di una palazzina di una zona residenziale interna di Desenzano del Garda. Il fatto che la persona in questione, di cui non è nota la vera identità, fosse sotto protezione sarebbe testimoniato dal fatto che nemmeno il suo falso nome, sempre fornitogli dallo stato, figurasse sulla cassetta della posta e sul campanello di casa.

Molto probabilmente le cause del decesso, ancora da riscontrare tramite l’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria, dovrebbero essere naturali, ma lo scrupolo della forza pubblica e il suo pericoloso status di collaboratore, che mette chi lo possiede sempre nel mirino dei criminali, potrebbero implicare ci sia dell’altro. Desenzano del Garda ha già in passato ospitato dei collaboratori di giustizia che hanno testimoniato contro la criminalità organizzata, molto probabilmente per via della presenza di diverse strutture delle forze dell’ordine sul suo territorio, oltre al continuo viavai di persone, che renderebbe più semplice nascondere e proteggere i pentiti.