Desenzano: i consiglieri Terzi e Gabusi interrogano l'amministrazione sulle piscine comunali
Chieste delucidazioni in merito ai progetti attualmente sviluppati e alle modalità di gestione di una situazione che da tempo appare complessa

Quale futuro per le piscine comunali di Desenzano? A chiederselo sono questa volta i consiglieri comunali di minoranza Stefano Terzi e Beatrice Gabusi, i quali hanno presentato un'interpellanza a risposta scritta per chiedere agli assessori Giovanni Maiolo e Pietro Avanzi quali progetti abbia l’amministrazione comunale per il centro natatorio comunale “G. Signori” e quali siano le modalità per garantire la continuità del servizio e tutelare i lavoratori.
"La preoccupazione dei tanti cittadini che frequentano le piscine comunali – afferma Beatrice Gabusi – aumenta di giorno in giorno. Incertezza che comprende anche i lavoratori della struttura. Manca meno di due mesi alla scadenza della concessione e non ci sono informazioni ufficiali sul futuro. Il sindaco ha dichiarato che i proventi dell’alienazione della ex-Ragioneria, 3,6€ milioni, saranno destinati alla piscina ma al momento non risulta alcun progetto".
"Con la nostra interpellanza – conclude Gabusi – vogliamo fare prima di tutto un'operazione trasparenza per cittadini, utenti e lavoratori. Vogliamo poi stimolare l’amministrazione a trovare una soluzione in tempi rapidi per garantire la continuità del servizio, tutelare l’occupazione e ridare a Desenzano delle piscine comunali degne della capitale del Garda".
"L’impianto necessita di lavori importanti – rincalza Terzi – l’amministrazione comunale aveva inizialmente affidato l’incarico a Garda Uno per la progettazione, per poi ad aprile cambiare direzione per esplorare la strada del partner privato. Dopo quello nessuna notizia ufficiale. In questi giorni il sindaco ha chiesto ancora ai desenzanesi “pazienza perché ne varrà la pena” cercando ora un gestore che possa subentrare a fine anno. L’impressione è di un ritardo complessivo dell’amministrazione, di una disorganizzazione nella gestione di un tema noto da tempo. Ritardo che rischia di trasformarsi in disagi per utenti e lavoratori. Non si può continuare a chiedere pazienza senza dare una prospettiva chiara".