Il fastidioso disturbo della pelle è derivato dalla presenza di uccelli acquatici presso le spiagge, attirati senza sosta da turisti, famiglie e anche residenti che continuano ad attirarli con il cibo nonostante il divieto


Per tutti gli amanti del lago e delle sue acque in grado di dar tregua al grande caldo di questo periodo, anche quest'estate è tornata a preoccupare la dermatite del bagnante, chiamata in gergo “grattarola”, con nuovi casi testimoniati sulle rive benacensi e in particolare in Valtènesi.

Turisti e residenti hanno infatti sempre più riempiendo le spiagge della sponda bresciana del lago, la maggior parte delle quali vantano comunque un buon livello di pulizia delle acque, e questo ha visto aumentare le possibilità di una comparsa della fastidiosa irritazione cutanea, soprattutto sui territori compresi tra San Felice, Manerba e Moniga.

La dermatite del bagnante, nota anche come dermatite da cercarie, è infatti causata dal contatto con un parassita che colpisce gli uccelli acquatici quali anatre e cigni, il quale provoca una reazione di tipo allergico sulla pelle pur senza gravi conseguenze o potenziali pericoli per la salute.

Si manifesta con arrossamento e bolle superficiali, provocate proprio dalle larve di questi microorganismi penetrare a livello sottocutaneo. La sintomatologia è comunque variabile in base alla persona e all’esposizione avvenuta con il parassita, ma tendenzialmente si nota immediatamente l’insorgere di prurito e bruciore della pelle, fino alla comparsa di piccole pustole rosse nell’arco delle 12 ore seguenti al contato, e può essere necessaria anche una settimana per alleviare i sintomi e far guarire la parte interessata. (...)