Depurazione del Garda: nuovi attriti all'orizzonte
Botta e risposta tra sindaci, Provincia e Acque Bresciane in merito ai controlli relativi alla condotta sublacuale

Nuova polemica per quanto riguarda la depurazione delle acque sul Garda bresciano, con i sindaci di Gavardo e Montichiari Davide Comaglio e Marco Togni che hanno espresso il loro malcontento vista l'esclusione dei tecnici comunali in occasione delle ispezioni effettuate a fine aprile presso le condotte sublacuali del depuratore.
Era infatti stato richiesto alla Provincia da parte dei sindaci di partecipare all’ispezione di Acque Bresciane sulle condotte, con i rappresentati di Provincia e Acque Bresciane che, come riportato, avevano "dato rassicurazione che le vostre istanze verranno adeguatamente attenzionate". Una volta invece concluse le operazioni senza la presenza dei tecnici, i sindaci si sono chiesti "Perché hanno fatto in maniera da non consentire la presenza dei tecnici comunali?".
Domanda a cui hanno dato risposta in un comunicato congiunto cda e Direttore generale di Acque Bresciane, il Presidente della Provincia e il Consigliere delegato al Ciclo idrico, che riportiamo di seguito:
"Leggendo le dichiarazioni dei sindaci di Montichiari e Gavardo, spiacciono le accuse di malafede rivolte all’intera società, a cui il Presidente della Provincia Samuele Alghisi rinnova la piena fiducia, all’indomani degli apprezzamenti bipartisan espressi in consiglio sull’operato del Gestore unico. Al netto delle tempistiche, per cui la Provincia si rammarica, le questioni di sicurezza non avrebbero comunque reso possibile la partecipazione di tecnici esterni alla società incaricata, tanto che nemmeno Acque Bresciane ha preso parte alle ispezioni.
Questo non significa sottrarsi al confronto, anzi: la relazione conclusiva e tutti i filmati girati in subacquea saranno resi pubblici sul sito della società e sarà un piacere presentarli in anteprima ai sindaci, come hanno concordato oggi il cda e la Direzione di Acque Bresciane con il presidente Alghisi e il consigliere Marco Apostoli, delegato al Ciclo idrico in Broletto".
Viene poi spiegato che la dismissione delle sublacuali deriva da accordi fra Ministero e Regione Lombardia e Veneto, e non è legata allo stato di salute, tanto da non essere previsto alcun coinvolgimento del territorio veronese nella gestione della depurazione sulla sponda bresciana del lago.
"La priorità di Acque Bresciane - prosegue il comunicato - è quindi mantenere in esercizio e sicurezza le condotte, finché sarà necessario. Per questo ha eseguito l’Analisi di rischio secondo le più accreditate norme e procedure internazionali (DnV-RP-F116, “Integrity management of submarine pipeline systems”), e redatto un Piano che prevede il posizionamento permanente di un pontone per ispezioni e interventi in urgenza, oltre a un progetto di sostituzione di un tratto della condotta, nel caso di ripresa della proliferazione dei microorganismi responsabili di bioconcrezioni e vaiolazioni.
La visione dei filmati e della relazione scaturita da quest’ultima ispezione saranno l’occasione per approfondire in modo costruttivo queste e altre questioni più specifiche, come l’impiego dei “pig” all’interno delle condotte, utilizzo che i tecnici sconsigliano per tubazioni in esercizio da molti anni, ritenendoli efficaci per le ispezioni precedenti la messa in esercizio delle opere".