Coppia di monteclarensi davanti al Tribunale: l'accusa è quella di aver circuito un'anziana per l'eredità
Una coppia di monteclarensi è finita a processo con l'accusa di aver circuito un'anziana, facendole modificare il testamento per ottenere l'eredità.

Due coniugi monteclarensi, lei di origine ucraina, badante di professione, e lui un ex militare in pensione, sarebbero finiti sotto processo, presso il Tribunale di Cremona, perché avrebbero approfittato, secondo l’accusa, di un’anziana che veniva accudita dalla donna, con il fine di modificare il testamento a loro favore, facendosi nominare eredi universali del patrimonio della signora.
Secondo il Pubblico Ministero, la coppia di sessantenni avrebbe circuito l’anziana, residente a Torre de’ Picenardi, in provincia di Cremona, effettuando uno scambio del testamento olografo originale con un altro, in cui essi sarebbero stati indicati come unici eredi della sua non parva fortuna, pari a quasi un milione di euro. In seguito al decesso della donna, e all’apertura del testamento, nel novembre 2019, i tre cugini, unici eredi legittimi in assenza di un valido documento di lascito, avrebbero contestato l’atto con cui la donna lasciava tutto ai due coniugi, portandoli in sede civile.
Negli ultimi tempi, prima della dipartita dell’anziana signore, secondo gli inquirenti, questa sarebbe stata accompagnata dagli imputati in banca, per effettuare prelievi e in seguito acquisti non compatibili, per la cifra del denaro speso, con lo stile di vita di una persona della sua età. Sarebbero infatti stati prelevati circa undicimila euro nell’inverno del 2018, mentre la banca avrebbe rifiutato di trasferire circa trentaduemila euro, a titolo di regalo di nozze, che i due avrebbero asserito di dover ricevere da parte dell’anziana.
A processo si sono costituiti parte civile i tre cugini della defunta, che sosterrebbero di essere a conoscenza, insieme ad altri parenti, dell’esistenza di un secondo testamento olografo, che la signora avrebbe tenuto in casa, a loro dire sostituito dal documento fatto produrre dai coniugi sotto accusa, i quali rischiano ora una condanna che spazia tra i due e i sei anni di reclusione.