"Questa Ciclovia del Garda si configura come un'infrastruttura assolutamente non adatta ai luoghi per cui è prevista". Tale è, in breve, la posizione del Coordinamento interregionale per la tutela del Garda in relazione all'ormai celebre opera da anni in fase di realizzazione.

Una posizione, appunto, ribadita in una lettera aperta inviata a tutte le autorità coinvolte fino al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'interno della quale vengono espresse due richieste:

  • "Sospendere il progetto della ciclovia turistica del lago di Garda lungo tutto il suo percorso al fine di eseguire analisi più approfondite, valutare le criticità riscontrate da enti locali, comitati, associazioni e cittadini per definire un progetto maggiormente compatibile, sostenibile e partecipato".
  • "Sostituire i tratti ancorati alle rocce, su passerella a sbalzo, di elevatissimo impatto paesaggistico e ambientale, lungo le sponde caratterizzate da pareti rocciose a picco sul lago delle zone dell'alto Garda bresciano, trentino e veneto (da Toscolano Maderno a Riva del Garda, a Malcesine) per un totale di circa 54 km con una via d'acqua, mediante il potenziamento della Navigazione, incentivando una mobilità sostenibile con battelli elettrici ecologici, sempre più avanzati e diffusi nel nord Europa".

Diverse le criticità che secondo il Coordinamento sarebbero ancora presenti all'interno del progetto, che si ricorda valere un investimento di 344.500.000 euro per 166 km di tracciato, dall'eccessivo impatto paesaggistico presso aree naturali e centri storici all'incompatibilità di una presenza in contemporanea di ciclisti e pedoni, dalla mancanza di valutazione dell'impatto turistico su un territorio ormai saturo alla minaccia verso la biodiversità dell'ecosistema benacense.

Viene infatti richiesto inoltre di "predisporre un programma di ascolto e di progettazione partecipata per poter definire un intervento che sia davvero sostenibile e compatibile con il contesto, obiettivo fondamentale dei progetti PNRR", così come appunto "considerare come alternativa la navigazione lacuale nei tratti più fragili (...) evitare tratti sospesi o ancorati alle pendici rocciose (...) e infine considerare il fatto che già esiste nell’area gardesana una complessa rete di percorsi ciclabili di vari livelli, prevedendo nei tratti critici il collegamento con le ciclabili esistenti".