Caldo anomalo e poche precipitazioni: nuovo allarme della Coldiretti per il comparto agricolo
Ad accusare il colpo sono in particolare i laghi di Garda e Idro. Emergenza sul Po: livello inferiore di 2,3 metri sullo zero idrometrico

A causa del caldo anomalo che sta caratterizzando questo periodo autunnale, non si placa l'emergenza idrica sul territorio del Garda, e in particolare anche per quanto concerne il Po, con il fiume ridotto ad un livello di meno 2,3 metri rispetto allo zero idrometrico.
Questo l'allarme lanciato ancora una volta dalla Coldiretti, in particolare dopo il recente monitoraggio presso il principale fiume italiano, che contribuisce alla situazione emergenziale che il territorio sta vivendo ormai da molti mesi, con conseguenze importanti come la risalita del cuneo salino e le difficoltà nella gestione del settore agricolo.
Proprio il fiume infatti, come spiegato appunto da Coldiretti, "è fondamentale per l'ecosistema della pianura padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo".
Di fronte infatti all'anno più caldo mai registrato (quasi 1 grado sopra la media) e alle precipitazioni ridotte ad un terzo, grande sofferenza viene ancora registrata presso i laghi lombardi, con il Garda giunto ora ad un riempimento del 23% e presso il lago d'Iseo del 26%.
Il tutto con pesanti ricadute appunto sul comparto agricolo, con difficoltà in merito a semine e crescita autunnali di frumento, orzo e loietto e una situazione favorevole a livello di parassiti e batteri nocivi per le colture. Come infatti spiegato sempre da Coldiretti, "gli agricoltori sono costretti a lavorazioni extra per poter procedere con la semina. Il risultato è un aggravio dei costi in una situazione in cui oltre un'azienda agricola lombarda su due (51,6%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo secondo il Crea".
Presso il comparto agricolo si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.