Avrebbe ordinato al nipote di sparare: condannato a 13 anni un monteclarense
Un monteclarense è stato condannato a tredici anni di reclusione, l’accusa sarebbe quella di aver ordinato al nipote di sparare a un rivale in amore.

Nella mattinata di ieri, martedì 13 settembre, il Tribunale di Brescia ha emesso una condanna in primo grado a tredici anni e sei mesi di reclusione per Antonio Di Sanzo, l’uomo monteclarense che, secondo le ricostruzioni del Pubblico Ministero, venerdì 2 aprile dell’anno passato avrebbe dato una rivoltella calibro 22, simile a quella dei cow boy, al nipote dodicenne e poi gli avrebbe ordinato di fare fuoco contro il quello che considerava il proprio rivale in una questione passionale.
Il ragazzino avrebbe eseguito pedissequamente l’ordine dell’uomo, senza però riuscire a uccidere la vittima designata, che sarebbe stata sorpresa in un agguato a Montichiari, ma solamente ferendola. Le indagini delle forze dell’ordine arrivarono in breve tempo allo zio, che è rimasto in custodia cautelare dal momento dell’arresto a oggi, pur negando ogni coinvolgimento nella vicenda.
Durante il processo, arrivati alla fase della testimonianza del dodicenne, questo si è avvalso della facoltà di non rispondere, evitando quindi di ammettere di essere stato indotto a fare fuoco contro la vittima dallo zio. Il Pubblico Ministero, dott. Alessio Bernardi, ha comunque deciso di richiedere al Giudice, dott. Luca Tringali, di condannare l’imputato a tredici anni di reclusione, pena che è stata in seguito comminata. Rimane ora la possibilità per l’imputato di ricorrere in appello, che sembra sarà la scelta dei suoi legali.