Sta facendo parecchio discutere a Sirmione il progetto che porterà alla realizzazione della pista ciclabile lungo via XXV Aprile, e che unirà Colombare al Centro storico, in particolare per la ricaduta che questa opera pubblica avrà sulla vegetazione locale.

È infatti montata la polemica da quando è stato svelato il progetto che dovrebbe essere definitivo, e che porterà alla necessaria rimozione di ben 140 piante per permettere l’allargamento della carreggiata. Questo quanto previsto dal Piano delle opere pubbliche in merito al progetto del valore di circa 2 milioni di euro, che in base alle tempistiche calcolate dovrebbe essere portato a compimento entro il termine del prossimo anno.

Intervento questo che andrà dunque ad impattare sulla presenza dei grandi alberi presenti oggi a bordo strada, dei quali ne verranno sacrificati come anticipato 140, tra i quali si contano 78 pini marittimi, 50 tigli, 4 frassini, 3 esemplari di cipressi e magnolie e infine 2 pittospori.

“I pinus pinea potrebbero essere eliminati con un colpo di accetta e insieme a loro tanti altri alberi con la scusa di fare spazio ad una ciclopedonale – ha dichiarato tramite i social network il consigliere di Uniti per Sirmione, Andrea Volpi –. Nell'attesa di poter vedere il progetto esecutivo della nuova viabilità sulla penisola, ci si chiede se ne vale la pena e se non ci siano alternative progettuali che possano favorire la mobilità lenta, salvaguardando gli alberi sani esistenti

Una decisione che non è piaciuta a molti cittadini, e infatti parallelamente è anche nata una raccolta firme spontanea da parte dei cittadini sirmionesi, guidati dallo storico medico sirmionese Germano Biagio. Iniziativa questa avviata proprio per chiedere alla Soprintendenza di non autorizzare l’opera come da attuale progetto, paventando possibili soluzioni alternative per limitare l’impatto in particolare sugli ormai storici pini marittimi presenti nell’area, che dovrebbero essere sostituiti con altre specie meno impattanti.

Ma non solo: la polemica è scaturita anche dal fatto che molti residenti valutino l’opera come non prioritaria per la penisola, e anzi potenzialmente dannosa, in quanto potrebbe impattare ulteriormente sui crescenti problemi relativi alla viabilità locale, andando a minare ulteriormente la gestione dei flussi turistici.