Vista la possibilità sempre più sfruttata sul Garda di disporre liberamente dell’unità immobiliare da parte del proprietario, diventando quindi spesso imprenditore attraverso l’attività di affitti turistici brevi, cresce costantemente il fenomeno del turn over frequente di ospiti che può verificarsi presso le relative strutture.

Con soggiorni che vanno da alcune settimane fino a due o tre giorni, in particolare durante l’alta stagione, l’affitto breve è infatti una soluzione sul Garda sempre più diffusa e preferita per chi vuole trascorrere pochi giorni di vacanza in autonomia e con un soggiorno di altro tipo, che non vincola il villeggiante come presso l’hotel. Da ciò possono nascere però alcuni problemi, soprattutto dovuti ad una cattiva gestione o attenzione da parte del proprietario di casa, che purtroppo a volte lasciano gli ospiti, per così dire, “allo sbando”.

È infatti sempre più diffusa la tendenza di far accedere alle strutture gli ospiti senza una vera accoglienza, lasciando loro l’autonomia di prendere e depositare le chiavi per accedere, e in seguito lasciare, l’appartamento. “Così facendo spesso capita che gli ospiti vaghino spaesati per i condominii, creando magari apprensione o disagio nei confronti dei residenti, e che soprattutto non vengano fornite loro le giuste indicazioni rispetto ai regolamenti da rispettare – come spiegato dal Vice Presidente di ANACI Brescia Francesco Chiavegato –. D’altra parte, la modalità più corretta di accoglienza dovrebbe prevedere una presenza fisica al momento dell’arrivo degli ospiti, accompagnando il cliente e spiegando quelli che sono i servizi ma anche le regole di gestione della struttura”.

Problemi questi direttamente correlati a un’altra mancanza che ancora troppo spesso si registra in questo ambito, ovvero quella legata alla condivisione dei dati anagrafici relativi agli ospiti che entrano ed escono dalle strutture ricettive di questa tipologia.

“L’amministratore è obbligato ad aggiornare il registro anagrafe, e già qui spesso sorgono i primi problemi – spiega l’avv. Laura Marchetti –, visto come deve essere a conoscenza delle generalità dei titolari di diritti reali e personali di godimento grazie a puntuale comunicazione del proprietario”. Di conseguenza l’amministratore può riscontrare difficoltà nel gestire le proprie competenze con effetti nei confronti degli altri partecipanti al condominio ed a volte alle autorità, dato anche dalle strette tempistiche che caratterizzano l’attività turistica, e quindi spesso si trova a dover sollecitare a più riprese il proprietario per una corretta condivisione delle informazioni anagrafiche.

Così come, nel caso di violazioni dei regolamenti, l’amministratore, che ha il compito di curare il bene comune di tutti i condomini, deve sollecitare il proprietario per migliorare la gestione degli affitti, facendo rispettare le regole e provvedendo in qualsiasi modo per tenere "monitorato" il corretto comportamento dei diversi inquilini, soprattutto se la residenza del privato o la sede della società si trovano distanti dalla struttura.

Importante è affidarsi a un amministratore preparato e che sappia affrontare queste problematiche, vista la possibilità di fissare determinati paletti per le varie situazioni del quotidiano per gestire il tutto nel migliore dei modi, salvaguardando in primis la serenità dei residenti, spesso e volentieri le principali “vittime” di comportamenti irrispettosi quali, ad esempio, usi scorretti delle aree comuni (piscine, parcheggi, aree verdi) o schiamazzi in orari notturni. Come forma di tutela, è infatti possibile inserire all’interno dei regolamenti alcune sanzioni applicabili nel caso di violazioni, sempre comunque stabilite partendo da testimonianze dirette e verificabili di quanto accaduto, come ad esempio attraverso fotografie o dichiarazioni, deliberando quindi la sanzione in assemblea condominiale.