“A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali” .

Questa la richiesta da parte del presidente della Coldiretti Ettore Prandini, attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in seguito ai danni provocati dalla siccità in tutto il Paese (in particolare il Nord Italia), per un ammontare di circa 3 miliardi di euro di perdite.

Da qui la richiesta di una discesa in campo direttamente della Protezione Civile, utile "per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.

Come spiegato dallo stesso Prandini, "accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Raccogliamo solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno.

"Si tratta di emergenze sempre più ricorrenti – conclude Prandini - con un costo negli ultimi 10 anni che supera i 10 miliardi di euro e per questo l’Italia ha bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che in presenza di acqua potrebbe moltiplicare la capacità produttiva”.